In questo articolo, scopriremo cosa fare e non fare per scongiurare il pericolo della morte in culla e gli errori pericolosi più comuni.
Prima di continuare però ti dico chi sono per parlarti di queste regole:
Ciao sono Martino e sono uno dei Founder del progetto Camillo.online, nel 2018 ho deciso di abbandonare il mio lavoro sicuro e uno stile di vita convenzionale per dedicarmi interamente alla sicurezza pediatrica. Oggi posso dire che faccio il lavoro più bello del mondo e insieme al mio Team aiutiamo a gestire il panico nei momenti difficili e risolvere gli eventi con le tecniche di primo soccorso.
SIDS. Sudden Infant Death Sindrome. Sindrome da morte improvvisa del bambino, chiamata anche morte bianca o morte in culla. È un evento di decesso improvviso del bambino senza una causa apparente dopo l’autopsia, che avviene tra i 30 giorni e l’anno di vita con un picco di incidenza tra i due e i quattro mesi, nel 90% dei casi il bambino non ha compiuto i 6 mesi. In Italia si stimano circa 280 casi ogni anno. La SIDS è un evento di cui parlo sempre con una leggera ansia per un motivo semplice: seguendo le regole di prevenzione si può abbassare la mortalità del 70% ma non possiamo azzerarla. Ad oggi però non abbiamo una grande percezione di questo pericolo e le regole seppur conosciute sono spesso bypassate. Negli anni ’70 e ’80 soprattutto, noi del #Teamsopravvissuti siamo scampati dal rischio SIDS nonostante non seguissero nemmeno una delle regole base. Non era tutta colpa dei nostri genitori, la medicina a quel tempo diceva cose diverse e abbiamo iniziato a parlare di regole della nanna sicura nei primi anni ’90. Tradotto: hanno provato ad ammazzarci in tutti i modi possibili immaginabili ma siamo sopravvissuti! Grandi! Possiamo dire che siamo i più forti della nostra generazione.
La genesi del “abbiamo sempre fatto così e non è mai successo niente”. Se guardiamo un po’ i numeri vediamo che negli anni 80 c’erano più di 1000 bambini morti ogni anno per SIDS, circa 1 nato ogni 500. Ad oggi con 280 siamo a 1 su 1700.
Il nostro cervello fa tesoro delle esperienze pregresse, soprattutto dei pericoli e dei danni. Se cado di bicicletta o inciampo, il cervello registrerà quel ricordo come pericoloso e automatizzerà dei meccanismi e dei riflessi per far si che se in futuro perdessi l’equilibrio, potrei evitare o attutire la caduta. Abbiamo però difficoltà a percepire un pericolo di cui non abbiamo esperienza diretta, e di conseguenza ne percepiamo meno la gravità. Se negli anni ’80, quando non conoscevamo le regole per la prevenzione della SIDS e tutti dormivano senza seguirle, prendessimo in considerazione quei 500 bambini della statistica, avremmo una famiglia in tragedia, ma 499 famiglie che avrebbero potuto dire “Abbiamo sempre fatto così e non è mai successo niente”.
Andiamo a vedere le regole nello specifico. Prima regola. Nanna sempre a pancia in su. Noi #TeamSopravvissuti abbiamo dormito tutti a pancia sotto o lateralmente perché a quel tempo la medicina aveva paura del soffocamento da rigurgito. Come spieghiamo al corso di prevenzione la posizione supina aiuta per la termoregolazione, per il buon afflusso del sangue al cervello, favorisce i microrisvegli e per il respiro di aria con una percentuale di CO2 più bassa. Inoltre, la posizione supina previene l’inalazione di rigurgito e al contrario la posizione a pancia sotto la facilita. Seconda regola. Lettino libero. La superficie dove dorme il bambino deve essere libera da ostacoli che possano bloccare il passaggio di aria, uno dei motivi per cui è sconsigliato far dormire nella navicella (a meno di essere fuori a passeggio). Vanno benissimo lettini con sbarre o side bed che abbiano lati liberi. Vietati paracolpi, riduttori, cuscini di ogni tipo, bambolotti, doudou etc. Qualche centinaio di euro risparmiati! La superficie non deve essere inclinata a meno di patologie per cui ci consiglierà il pediatra. Terza regola. Niente fumo, alcol o droghe. Va bè non credo serva aggiungere altro e se te lo stai chiedendo la risposta è si: ci sono persone che usano droghe in gravidanza o in allattamento con danni devastanti. Quarta regola. Roomsharing e bedsharing. Le linee guida sconsigliano di far dormire il bambino nel lettone (bedsharing) perché il rischio è maggiore e consigliano di farli dormire in camera con voi (roomsharing) fino ai 12 mesi. Vietato in assoluto? Vanno viste diverse dinamiche e ai corsi ne parlo sempre ascoltando anche tante esperienze diverse proprio perché non esiste una risposta assoluta. Se possibile però la nanna nel suo lettino.
Quinta Regola. Come copro il bambino? Noi #Teamsopravvissuti abbiamo tutti sofferto il caldo perché prima l’indicazione era di coprire il bambino a prescindere. Vuoi fare un test? Fai vedere una foto di un bambino scoperto senza calzini alla nonna! Scherzi a parte, c’è un modo molto semplice per vedere se hanno caldo o freddo: dovete toccare il petto alla base del collo o dietro tra le scapole, se in quella zona è caldo siamo ok, se lo trovate sudato vuol dire che è coperto troppo. Copritelo meno. A breve arriverà il post sulla nanna sottozero scandinava! Se la notte si scopre e dorme tranquillo scoperto lasciatelo in quel modo. Sesta regola. Ciuccio consigliato ad allattamento consolidato. Non state però a impazzire se durante la notte lo perde. Settima regola. La temperatura perfetta per far dormire un bambino è 18/20 gradi centigradi in inverno. D’estate copritelo pochissimo e meglio se ambiente ventilato. Se non si possono aprire le finestre eventualmente aria condizionata, ma con alcune attenzioni e focus particolare sull’umidità dell’aria perché tende a seccarla molto. Ottava regola. L’allattamento va promosso e sostenuto. Se hai problematiche di allattamento non è colpa tua, non devi sentirti inadeguata, chi ti fa sentire inadeguata si merita un VAFFA di quelli grandi! Eventualmente fai riferimento ad una ottima consulente per l’allattamento e ti aiuterà a risolvere tutti i problemi. Non ci dilunghiamo sull’allattamento perché è talmente importante che dedicheremo un articolo a parte. Nona regola. Evitiamo i babymonitor sia a telecamera sia a piastra per monitorare il respiro del bambino. Costano un sacco di soldi e ci giocano contro dal punto di vista di falsa sicurezza. Decima regola. Questa è la più importante: parlarne! Le buone informazioni proteggono i bambini. Fare rete tra caregiver aiuta ad evitare errori inconsapevoli che capitano troppo spesso. Se questo articolo ti è stato utile e ti ha fatto scoprire anche solo una cosa che non conoscevi, è statisticamente certo che succederà lo stesso con i tuoi amici, faglielo leggere. Abbiamo anche il post dedicato alle regole su instagram ed è un argomento che trattiamo spesso nelle dirette Youtube.
Da quando sono entrato in aula ho capito due cose fondamentali: la prima è che gli errori inconsapevoli si fanno tutti compresi noi istruttori, importante è correggersi; la seconda è che la paura e il giudizio non funzionano per risolvere gli errori perché chi si impaurisce spesso tende a non voler sapere e chi si sente giudicato si chiude e si ostina nell’errore.
La didattica deve essere un’amica che ti consigli per il tuo bene, ma che non imponga e non sia invadente. Il nostro lavoro è di filtrare e veicolare le informazioni utili e corrette, rimanere a disposizione per le domande ma come dice il primo comandamento di Camillo che leggerai nei prossimi articoli: ognuno con i su figlioli fa ‘icché vole…
Se hai domande ti aspettiamo nei commenti Martino
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