Siamo la maglietta nera d’Europa per il trasporto in auto dei bambini, in questo articolo vedremo una delle regole fondamentali per il loro trasporto in auto, impareremo a che età possiamo portare un bambino fronte strada e soprattutto perché. Anzi te lo spoilero subito, almeno 105 cm, meglio 125. Se ti fidi, e prometti di seguire sempre questa regola, potresti smettere di leggere qui, ma una cosa che ho imparato è che tendiamo a non seguire le regole se non ne capiamo meglio il motivo. Vediamo.
Intanto ti dico chi sono per parlarti di queste regole:
Ciao sono Martino e sono uno dei Founder del progetto Camillo.online, nel 2018 ho deciso di abbandonare il mio lavoro sicuro e uno stile di vita convenzionale per dedicarmi interamente alla sicurezza pediatrica. Oggi posso dire che faccio il lavoro più bello del mondo e insieme al mio Team aiutiamo a gestire il panico nei momenti difficili e insegniamo le manovre salvavita, perché nessuno deve sentirsi impotente davanti a un bambino che soffoca.
Nel 2008 organizzai il primo progetto per parlare di sicurezza in auto nelle scuole superiori. È un mondo affascinante, con tante regole di sicurezza per lo più sconosciute. Per il trasporto in auto non esistono solo le regole del codice della strada, che assolutamente vanno seguite, ma anche quelle per la sicurezza dei bambini. Purtroppo non coincidono.
In Italia le statistiche ISS degli ultimi 14 anni parlano di una media di circa 50 bambini morti in incidenti stradali, da un minimo di 29 a un massimo di 65, a questi dobbiamo aggiungerne troppi con lesioni gravi, gravissime e a volte permanenti. Ma è possibile abbassare questo numero? Assolutamente sì. In nord Europa, dove la sicurezza stradale è una religione, hanno quasi azzerato le morti in auto: quindi dobbiamo prendere esempio e cercare di puntare a quel risultato.
Credo molto nella diffusione delle regole del trasporto in auto proprio perché è un ambito dove, riuscendo a cambiare la cultura, ci sarebbe davvero la possibilità di fare la differenza. Ci sono due motivi per cui credo che questo sia molto possibile:
1 - I paesi del nord Europa ci sono riusciti e non voglio pensare che siamo da meno;
2 - Le regole da seguire sono veramente semplici.
Molti anni fa, nel 2007, mi ritrovai ad assistere ad un incidente dove una famiglia di turisti norvegesi, sbandando, uscì di strada, impattò con un terrapieno frontalmente e si ribaltò. Quando arrivammo sul posto, mamma e babbo si erano fatti abbastanza male, lesioni da viaggio in ospedale e diversi giorni di prognosi, ma fortunatamente vivi. La cosa che mi ricordo nitidamente però era il bambino piccolo, circa 5 mesi, legato molto bene nel suo ottimo ovetto, illeso. Urlava come un’aquila ma in quel caso era un segno positivo. Se non fosse stato contro marcia (un ovetto deve sempre essere così) e legato bene in un buon ovetto, non sarebbe andata in quel modo.
Il progetto Camillo nasce con l’intento di divulgare, in maniera semplice e per tutti, le manovre salvavita, il primo soccorso e le regole di prevenzione. Non credo nel fare didattica in stories instagram o con reels da 90 secondi dove si pretende di spiegare un concetto complesso, credo che quello sia marketing, non formazione. Parere mio, quella tipologia di informazione fa più danno che beneficio, perché appaga una curiosità, senza dare però basi solide che invece può dare l’approfondire il concetto. Inoltre, non ti costringe a farti quelle domande che non sai di doverti fare. Cercheremo di affrontare le regole del trasporto in auto in maniera dettagliata anche nei prossimi articoli, con basi fisiche e scientifiche per definire bene il problema.
Arriviamo al succo dell’articolo: fino a che età dovrei tenere il mio bambino contro il senso di marcia?
La legge dice che è possibile portare un bambino contro il senso di marcia fino ai 15 mesi, 76 cm o 9 kg. Noi non vi diciamo assolutamente di andare contro la legge che va rispettata, ma vogliamo farvi notare che la legge non obbliga la rotazione fronte strada quando arriviamo a questi parametri. Per maggior sicurezza il bambino dovrebbe stare contro il senso di marcia almeno fino ai 105 cm o 4 anni, ancora meglio 125 cm o 7 anni.
“Troppo” dice qualcuno, “E i piedi dove stanno?” dicono altri. Allora vi giuro che so che un bambino di 4 anni ha delle gambe con in fondo attaccati due piedi!
A fine anni ’90 la Svezia ha lanciato il progetto Vision 0 per azzerare i morti a causa del traffico, progetto a cui hanno preso spunto anche le Nazioni Unite e una delle basi di quel progetto è tenere i bambini in viaggio contro il senso di marcia più a lungo possibile.
Da dove nasce l’idea? La leggenda narra che il 20 febbraio 1962 tutto il mondo era incollato alla televisione per il lancio della Mercury e dell’astronauta e futuro senatore John Glenn Jr, in orbita. Primo americano in orbita per un tempo di 4 ore e 55 minuti. Quel giorno davanti alla televisione c’era anche il Dottor Sven Bertil Aldman, che guardando tutta l’impresa venne colpito dal fatto che l’astronauta viaggiasse di spalle. Quella era considerata una posizione più sicura per far resistere il corpo umano allo stress delle forze fisiche a cui era sottoposto durante il viaggio.
In un incidente ci sono molte energie in gioco e il primo principio della termodinamica che dice “niente si crea niente si distrugge e tutto si trasforma”, conferma che questa energia qualcuno o qualcosa la deve assorbire. Facciamo un esempio semplice: due macchine si scontrano a 15 km/h frontalmente, i paraurti e le strutture delle due macchine assorbiranno l’urto, probabilmente deformandosi sotto l’energia cinetica assorbita. Anche i due conducenti che viaggiano nella macchina sprigionano una energia che nel momento dell’impatto viene assorbita in gran parte dalla cintura, dall’airbag etc. Probabilmente, danni a parte, i due conducenti sono illesi o con lesioni di poco conto, perché la stragrande maggioranza dell’energia è stata assorbita da auto e cinture.
Se facessimo scontrare invece frontalmente i due conducenti a 15 km/h, senza caschi e senza protezioni, tutta l’energia dell’incidente verrebbe assorbita dalle teste, con danni devastanti.
Dispersione dell’energia. Ecco un altro esempio per capire come possiamo far assorbire meno energia mettendo il bambino contro marcia. Hai presente le racchette da neve? Ecco, bene, pensa a camminare sulla neve con le racchette oppure senza. Nel primo caso riusciresti a camminare sulla neve nel secondo affonderesti. Come mai? L’unica cosa che cambia in questo caso è la superficie di appoggio. La neve è la stessa e il peso è uguale. Con le racchette il tuo peso è distribuito su una superficie maggiore invece senza è concentrato. La neve non ha la “forza” per sorreggere un peso concentrato. Il seggiolino contro marcia sfrutta il solito concetto. In un impatto, il peso e quindi l’energia del bambino che viaggia contro il senso di marcia, viene dispersa dalla testa al bacino e assorbita in parte dall’ovetto. Sul canale YouTube, sulle pagine facebook e instagram trovate anche il video. Se il bambino è fronte strada l’energia del torace e delle gambe viene assorbita dalle cinturine, ma l’energia sviluppata dalla testa va a creare seri danni al collo e al rachide cervicale. Ai corsi, quando si spiega questo concetto, spesso qualcuno pensa che siamo esagerati. Il problema è sempre la percezione del pericolo di cui abbiamo parlato negli articoli dedicati. In un corso di inizio anno mi ricordo una mamma che era molto preoccupata per le gambe piegate o la scomodità del bambino. Errore di sopravvalutazione di un non problema e sottovalutazione di un altro enorme. La cosa più grave è che dopo mi ha raccontato che in negozio pochi giorni prima il negoziante le aveva detto che non era vero che i bambini dovevano stare contro marcia e che anzi era molto pericoloso per le gambe, spiegando come il femore avrebbe potuto rompersi e uscire dalla coscia e altre scene splatter: marketing della paura. Risultato: figlio di 10 kg messo fronte strada con il seggiolino nuovo. Motivo? Money, Money, Money!
Il mio lavoro, e il motivo per cui ho scritto questo articolo, è proprio quello di formare e creare consapevolezza per evitare errori gravi, troppo spesso indotti da chi, per soldi, ci fa essere vittime di un marketing che non guarda in faccia a nessuno. Quando dopo i corsi i genitori mi scrivono e mi raccontano come in negozio hanno saputo tenere testa a venditori che senza scrupoli, proponevano paracolpi, riduttori o seggiolini sbagliati oppure che hanno scelto il negozio perché hanno riconosciuto la preparazione dello staff sulla sicurezza che consigliava acquisti corretti, per me è una soddisfazione enorme.
Si parte anche da questo per proteggere i bambini.
Vi aspetto nei commenti “hari”.
Martino
Comentários